Storia del Cicolano
santelpidio.eu

CICOLANO
A un passo dal Gran Sasso e dal Terminillo, esattamente al centro dell'Italia, un'insospettata oasi di verde si distende tra laghi e monti. E' il Cicolano una estansione geografica meglio nota come Valle del Salto e Duchessa. Percorso dal fiume Salto, affluente del Velino, e con un'estensione di cirka 446 Kmq il Cicolano ricade nell'ambito di quattro comuni Petrella Salto, Fiamignano, Pescorocchiano e Borgorose.
       
Dal punto di vista dell'ambiente, ricordiamo la Riserva naturale della Duchessa con l'omonimo splendido lago a 1788m. la Valle di Malito, fino ai massicci del Monte Nuria.
Oltre ai rilievi la Vale e ricca anche di altopiani tra cui i piu importianti, sono quelli di Cornino, Rascino, Campolasca e Aquilente.
Nel primo, quello di Cornino, che si trova a 1280m. di quota, si rintracciamo numerose doline di orgine carsica ed un piccolo lago, sempre di orgine carsica, con una superficie molto variabile a seconda delle stagioni e noto per la sua grande perscosita. Uno spettacolo eterogeneo dunque accogliera quanti vorranno visitare quest'oasi di verde immersa tra valli e montagne rigogliose che contrastano con i brulli monti aquilani, laghi piu o meno grandi immersi nel verde e resti di rocche e castelli, chiese e porte di cinta: vestigia queste di un glorioso passato orgoglio degli abitanti del luogo.

Il Cicolano e un nome di derivazione molto antica, che trae orgine dall'antico popolo degli Aequi che nel V sec. a C. abitava la parte orientale della Valle del Salto. Da Aequo deriva Aequicolo che in epoca medievale si traformera in Eciculo da cui, in eta moderna, derivera Cicolano. Intorno al 450 a C. la popolazione degli Equicoli fu sottomessa alla potenza di Roma; allora il Cicolano era attraversato da una via molto importante che collegava l'antica Salaria alla colonia di Alba Fucens e all'altopiano del Fucino. Ancora molti sono i reperti riconducibili a questa eta a testimonianza di un glorioso passato. Nella seconda meta del IV secolo d.C. il territorio fu conquistato dai Longobardi divenne poi meta di insediamento dei monaci benedettini che vi edificarono numerosi monasteri e chiese di cui la zona e tuttora assai ricca. Dopo la sua annessione al Ducato di Spoleto e alla dominazione Normanna 1143 - 1268 passo sotto la giurisdizione di diverse famiglie nobilizie, alla prima delle quali quella dei Conti Mareri, fino al 1532 e legata la diffusione nella vallata del francescanesimo. Nel 1228, la boronessa Filippa Mareri, seguace di San Francesco, si rifugio con alcune consorelle nella chiesa di San Pietro de Molito e Casardita dando vita cosi al primo monastero francescano femminile del Regno delle Due Sicilie. Ancora oggi questo monastero reso anche museo e centro perticolarmente attivo di vita culturale e spirituale.
Dopo la famiglia Mareri, il Cicolano passo sotto il controllo dei principi Colonna fino al 1661 e alla fine passando per i Savelli e i Cesarini divenne territorio dei Barberini che dal 1660 circa domineranno nel Cicolano fino al tutto il 1700. Nel 1815 il territorio venne annesso al distretto di Cittaducale e piu tardi nel 1860 i quattro comuni del Cicolano aderirono al Regno di Napoli, ma dopo un mese circa una sollevazione generale reclamo il ritorno della famiglia dei Borboni. Una sollevazione questa che continuo per diversi mesi e che anche dopo sedata, fece sentire i suoi drammatici effetti col fenomeno del brigantaggio che insanguino il Cicolano per ancora un decennio.
 
Nel 1972 quando Mussolini decise di costituire la provincia di Rieti, il Cicolano, dopo circa otto secoli rientro a far parte del reatino dopo essere uscito nel 1100 ad opera dei Normanni.

Sant'Elpidio e arroccato in una bellissima posizione,tra boschi di castagni di cui la castagna E' denominata la "Rossa del Cicolano" e insieme agli altri prodotti del sottobosco come funghi, tartufi, more e lamponi fanno di Sant'Elpidio la roccaforte dei sapori montani. Poco distante ci sono i resti un antico passato.
A tal proposito e da citare la cosiddetta "Grotta del Cavaliere" che in realta non e una grotta ma una cisterna risalente all'epoca degli Aequi V sec. a.C. Anticamente pare che la cisterna fosse al centro di un tempio dedicato a Marte di cui ancora oggi sono visibili le mura ciclopiche. Essa aveva la funzione di raccogliere le acque piovane e presenta un caratteristico foro centrale da cui si poteva attingere l'acqua: Altra testimonianza del passato e il Raccone che probabilmente apparteneva all'antico Castello dei Baroni Falconi. Si tratta dei resti di quello che un tempo era il granaio o il deposito delle derrate alimentari. Ma Sant'Elpidio conserva anche, nella bella Chiesa parrocchiale delle epigrafi latine di notevole interesse archeologico: una murata sel suo lato settentrionale; una sull'ingresso della porta principale e un'altra nel delizioso tempietto sottostante dove funge da capitello ad una delle colonne che ne sostengno la volta.

(da Calendario "Sant'Elpidio 2002" , Comune di Pescorocchiano, prov. di Rieti)